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"Il Futuro ha un cuore antico"...... PN SCUOLA E COMPETENZE 2021-2027

Pubblicato in data 13 dic 2024
Ultima Revisione in data 14 dic 2024

“IL FUTURO HA UN CUORE ANTICO”

 

I MODULO

 

STORIA E MEMORIA NELLO SPAZIO URBANO DI CAIAZZO

 

La nostra vita è breve: parliamo continuamente dei secoli che hanno preceduto il nostro o di quelli che lo seguiranno, come se ci fossero totalmente estranei; li sfioravo, tuttavia, nei miei giochi di pietra: le mura che faccio puntellare sono ancora calde del contatto di corpi scomparsi; mani che non esistono ancora carezzeranno i fusti di queste colonne.

Marguerite Yourcenar, “Memorie di Adriano”

 

Prendendo a prestito il titolo di un celebre saggio di Carlo Levi, gli alunni del PON “Il futuro ha un cuore antico” hanno intrapreso un viaggio nella storia di Caiazzo attraverso le sue testimonianze materiali, un viaggio che li condurrà fino al tempo presente, nel quale possono finalmente sentirsi – nel segno di una multiculturalità inclusiva -  protagonisti di un’Europa unita e pacifica.

Il programma si concluderà con un approfondimento su un complesso di diritti di cui sono portatori i minori, come il diritto all’identità, alla salute e all’ambiente salubre, il diritto alla libertà di espressione e di religione, il diritto all’informazione e alla riservatezza, il diritto all’assistenza e alla protezione, il diritto all’istruzione, al tempo libero e a partecipare alla vita sociale.

Il primo modulo si è svolto prevalentemente presso il Centro madre Claudia ed è iniziato con diverse attività ludiche di gruppo praticate nel passato. Successivamente, i partecipanti hanno percorso il perimetro urbano di Caiazzo, accompagnati da volontari dell’Associazione per la Pace e la Nonviolenza, per conoscere la logica insediativa e le trasformazioni che la città ha subito nel corso dei secoli.

Le passeggiate, distribuite in diverse giornate, hanno avuto inizio nella piazza intitolata al vescovo caiatino S. Stefano, dov’era il foro di Marco Gavio e nel medio evo denominata piazza Maggiore. Questo spazio era il centro del potere civile (con il palazzo de’ Capitani e il seggio dei Cavalieri) e di quello religioso (con il palazzo vescovile e la cattedrale), ma anche della vita sociale ed economica, con la presenza di una grande cisterna di età romana (essenziale per la vita della comunità), l’ospedale e la piazza, dove avvenivano scambi commerciali, assemblee e cerimonie.

Nel corso delle passeggiate, gli alunni hanno potuto visitare anche il museo diocesano, con le sue antiche pergamene, il museo Kere, ricco di testimonianze della civiltà contadina, e un antico frantoio oleario. Nell’occasione, gli alunni hanno partecipato a un laboratorio sensoriale sull’olio extravergine di oliva con l’esperto prof. Vincenzo Coppola, e assistito a una dimostrazione pratica di cagliatura del latte, curata dalla nonna di un’alunna.

Nel percorrere la via Caiatino e il reticolo di vicoli del centro storico, i ragazzi hanno potuto scoprire portali rinascimentali in stile toscano e catalano, resti di murazione romana, decorazioni architettoniche barocche e neoclassiche. In via G.C. d’Ettorre, hanno sostato nei pressi dello spazio dove oggi c’è un parcheggio, ma fino al 27 gennaio 1944 c’era un palazzo, distrutto nel corso di un errato bombardamento alleato, che provocò in città la tragica morte di 27 persone, tra uomini, donne e bambini.

Di fronte al parcheggio, lungo tutta la via d’Ettorre, c’è il complesso delle Opere Pie Riunite, istituzione oggi estinta, che ha ospitato fino alla prima metà del secolo scorso un monastero, un orfanatrofio, una scuola per l’infanzia e la scuola media. Al culmine della via c’è una piccola chiesa, intitolata a S. Nicola de Figulis. Fu eretta nel ‘700 con il contributo delle maestranze delle Officinae figulorum, dove si producevano vasi e tegole di terracotta.

In ricordo di una tradizione artigiana ormai scomparsa, gli alunni hanno avviato una produzione ceramica di tazze, che hanno denominato ‘e ttazze ‘e Cajazze. Perché proprio le tazze? Un tempo era in voga a Napoli uno scioglilingua che, seppur con diverse varianti, suonava pressappoco così:

‘A signora ‘e Caiazzo jette a Napule p’accattà ‘e ttazze, s’avutaje Napule vicino a Caiazzo: pecche, a Caiazzo nun ce stanno ‘e ttazze, ca ‘a signora ‘e Caiazzo vene a napule p’accattà ‘e ttazze?

Dopo aver fatto tappa al chiostro del convento di S. Francesco, l’itinerario si è concluso in piazza Porta Vetere, oggi cuore pulsante della vita cittadina. Posta all’incrocio di due importanti vie di comunicazione, nella piazza si trovano il Monumento ai Caduti, la banca, costruita insieme alla prime case operaie sul finire dell’800, e i giardini pubblici, realizzati durante il ventennio fascista.

Proprio il Monumento ai Caduti ricorda, tra coloro che sono morti nelle guerre combattute in Italia, anche i garibaldini che perirono a Caiazzo nel corso dei combattimenti del 19 e 21 settembre 1860 A Giovan Battista Cattabeni, comandante del battaglione garibaldino che comandò lo sfortunato assalto alla città il 19 settembre 1860. è intitolata la strada principale del centro urbano.

Per commemorare le vittime civili della guerra, gli anni si sono recati anche nei due casolari di Monte Carmignano dove, il 13 ottobre 1943, furono barbaramente trucidate 22 persone, molte delle quali erano anziani, donne e bambini.

Le attività del primo modulo si sono concluse, in occasione della Giornata mondiale del Suolo, con una lezione del prof. Mario Califano sulle caratteristiche geologiche e pedologiche del territorio caiatino.

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